Seguidad Social propone 13 sezioni, in base al reddito del lavoratore autonomo, che abbasserebbero l'importo mensile per 2/3 degli iscritti.
15/02/2022
Madrid considera una nuova proposta per modificare il sistema contributivo dei lavoratori autonomi, in modo che la mensilità che ognuno paga sia basata, secondo precisi criteri, sul reddito che ciascuno percepisce.
Si tratta di un meccanismo di calcolo diverso da quello attuale, per cui ogni lavoratore autonomo sceglie il proprio contributo tra un minimo e un massimo; l'idea proposta stabilirebbe una rata minima mensile che partirebbe da 183 euro al mese, fino a un massimo che raggiungerebbe i 1.266 euro.
Questo è lo schema presentato dal Governo agli agenti sociali nel primo incontro svoltosi per affrontare il cambiamento de l sistema contributivo che interessa più di tre milioni di professionisti.
Nello specifico, il testo propone 13 fasce di contribuzione che contempla un reddito pro capite mensile compreso tra un minimo di 600 euro a più di 4.050 euro; partendo da queste basi contributive, le quote finali dei lavoratori autonomi saranno comprese tra un minimo di 183 fino ad un massimo di 1.266 euro.
In più, la previdenza sociale permetterebbe a ciascun contribuente di poter modificare la propria quota di cotizaciòn fino a sei volte l'anno allo scopo di poter adattare detta quota all’effettivo reddito generato in funzione al quale contribuire.
Si tratta, al momento, di una prima proposta che il Governo ha comunicato agli agenti sociali nel primo degli incontri tenuti per modificare il sistema.
La trattativa dovrebbe continuare lunedì prossimo (17/01/2022) in funzione dell’accordo stretto dall’Esecutivo con la Commissione Europea per modificare il sistema entro la prima metà di quest'anno, periodo entro il quale questa nuova riforma deve essere quindi pronta.
Se la riforma fosse approvata come da bozza, si stima che due lavoratori autonomi su tre vedrebbero i loro contributi ridotti rispetto al sistema attuale. Questa analisi si basa sul fatto che i lavoratori autonomi con i redditi più bassi pagherebbero fino a 1.300 euro in meno all'anno; e quelli che hanno prestazioni comprese tra 600 e 900 euro al mese, un gruppo molto numeroso, ottimizzerebbero quasi 600 euro all'anno.
Il sistema che contempla fino a 13 sezioni proporzionali sarebbe più equo rispetto all’attuale dato che, ad esempio, un lavoratore autonomo con un reddito di 400 euro al mese paga come uno che ne percepisce 6.000 .
Per di più questa nuova impostazione fornirebbe un livello di protezione più elevato quando gli autonomi devono affrontare qualche imprevisto come accade nei periodi di crisi che possono riguardare la cessazione dell'attività, l'invalidità temporanea o la nascita di un figlio.
Il testo proposto dalla Previdenza Sociale propone un periodo transitorio di nove anni affinché i lavoratori autonomi si adattino al nuovo regime e ogni tre anni la situazione sarebbe valutata per verificarne gli effetti e, se del caso, considerare eventuali modifiche.
Da sottolineare che i nuovi contribuenti autonomi manterrebbero l'attuale forfait in vigore permettendo di attuare le agevolazioni previste; ricordiamo che tale opzione, per chi risponde a determinati requisiti, consente il pagamento di 60 euro al mese per chi inizia la propria attività imprenditoriale.
Staff de InfoCanarie
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